creare un blog aziendale come e quando farlo

Creare un blog aziendale: come, quando e perché

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Creare un blog aziendale è ancora utile? La risposta è sì, per quasi tutte le attività che vendono prodotti o servizi al di fuori del loro territorio (un classico ristorante di paese, di solito, non ha molto da guadagnarci, qui spiego perché).

È utile a maggior ragione vista la situazione attuale dei social più usati: una marea di contenuti, spesso di scarsa qualità o addirittura spam, in mezzo ai quali l’unico modo per emergere è spendere regolarmente in pubblicità.

Quindi, non credere a quelli che continuano a ripetere che il blog è morto e che bisogna per forza imparare a fare video brevi o seguire gli ultimi trend per sopravvivere. In questo articolo vedremo quali sono le opportunità di un blog e quando vale la pena investirci su. Alla fine troverai anche dei dati sullo stato del blogging nel 2022.

 

Perché creare un blog aziendale?

Creare un blog aziendale ha senso solo se vogliamo fare un investimento a lungo termine. Per 5 motivi:

  • tempo e costanza sono fondamentali per riempirlo di contenuti
  • i contenuti devono essere di qualità e seguire le regole della SEO
  • ci vuole tempo perché Google lo consideri autorevole e quindi lo includa nei suoi primi risultati di ricerca
  • ogni settore è a sé, ci sono i più saturi e i meno saturi, quindi non si può mai sapere quanto ci vorrà per uscire nelle prime pagine
  • l’unico modo legale per comparire subito nei primi risultati di Google, è pagare Google Ads (poco sostenibile economicamente nel lungo periodo)

 

Appurato ciò, bisogna chiedersi qual è lo scopo del blog.

Parlando di blog aziendale lo scopo è attirare potenziali clienti, quindi bisognerà trattare degli argomenti adeguati per i loro interessi. Se pensi al blog come uno sfogo, un posto da riempire con pensieri personali oppure scelti un po’ a caso tra le news, ti sbagli.

Dietro ci vuole una strategia precisa e una costanza di fondo: scrivere 10 articoli un mese e poi abbandonarlo per 3 mesi non va bene, Google considera anche questo.

 

Esempio: vuoi vendere dei corsi di cucina siciliana

La cosa più potente che puoi fare è metterti nei panni di chi vuole comprare questi corsi, basandoti anche su quelli che già li hanno frequentati in passato.

Ad occhio e croce escluderei i siciliani e direi che potrebbero essere delle persone che vivono principalmente in zone urbane del centro-nord, comprese tra i 30 e i 55 anni. I loro interessi (oltre al cibo siciliano) potrebbero essere i prodotti locali, la ruralità, le bellezze naturali, la storia della Sicilia e le sue tradizioni popolari, il dialetto siciliano, l’artigianato locale, matrimoni e cerimonie immersi nella natura, ecc.

Quindi, gli argomenti da trattare devono vertere intorno a questi argomenti per creare quell’atmosfera evocativa che predispone positivamente all’acquisto il potenziale cliente, che ad un certo punto potrebbe dire: ma si, facciamo un bel corso di cucina siciliana!

 

Quando è il momento giusto per farlo?

Il prima possibile. Come abbiamo visto, ci vuole tempo per comparire nei primi risultati di Google, dunque se siamo convinti che possa essere uno strumento utile per i nostri obiettivi aziendali, non c’è tempo da perdere. Prima si inizia e prima darà i suoi frutti.

Nel caso del mio blog, ad esempio, creato da zero su un nuovo sito, ci sono voluti circa 6 mesi scrivendo un articolo a settimana per comparire in prima pagina con le parole chiave più importanti.

Dopo un anno da questo risultato il traffico organico è aumentato del 70% solo con la SEO, senza nessuna pubblicità.

Attualmente oltre il 60% del mio traffico arriva organicamente da Google. Oltre il 20% è traffico diretto, ovvero condivisioni di link ai miei articoli. Il resto arriva da social, motori di ricerca secondari e link si altri siti (backlink).

Con un sito già esistente, e con un minimo di autorità, il processo potrebbe accelerare notevolmente, in base all’affollamento e la concorrenza della nicchia di riferimento.

 

Come creare un blog aziendale?

A livello teorico abbiamo visto che, prima di tutto, ci vuole lo studio del target a cui ci rivolgiamo per poter impostare una strategia di content marketing ben focalizzata sugli obiettivi e sostenibile nel lungo termine.

I testi vanno necessariamente scritti secondo le regole della SEO e bisogna avere una fonte legale di foto di qualità (Pixabay, Pexels, Canva, ecc.), quando non si è in grado di crearle direttamente con lo smartphone o la macchina fotografica. Rubarle in giro per il web potrebbe metterci in guai seri (violazione di copyright) oltre ad essere eticamente sbagliato.

Per quanto riguarda l’aspetto pratico ci sono una serie di step da seguire:

  • trovare un web designer affidabile per la creazione e la costante manutenzione del sito web
  • scegliere il CMS, il più usato è WordPress.org
  • scegliere una piattaforma di hosting affidabile, io mi trovo benissimo con Serverplan
  • installare Elementor per riuscire a fare piccole modifiche e aggiungere gli articoli senza dipendere costantemente dal web designer

 

Perché creare un blog nel 2022: un po’ di dati

Il blog non aggiunge solo valore al tuo sito web, se utilizzato su altri canali, come i social network, i contenuti del blog hanno la capacità di indirizzare più traffico verso il sito (rendendolo più autorevole agli occhi di Google), aumentare il coinvolgimento e la consapevolezza del brand e soprattutto vendere di più.

Più il contenuto del tuo blog è prezioso, più è probabile che sia condiviso dai lettori sui social o con gli amici.

Più contenuti ha il tuo sito web, più Google dovrà indicizzarli e classificarli nei risultati di ricerca. Aumento del numero di pagine web indicizzate vuol dire più visite sul sito.

Inoltre, più pagine web ha il tuo sito, più facile sarà per Google capire il contenuto del sito e visualizzare quelle pagine nei risultati di ricerca giusti per le persone giuste. Ciò migliora la qualità del traffico organico che arriva sul sito.

Secondo Hubspot, le aziende provviste di blog ottengono migliori risultati con le aperture delle email e i click presenti all’interno della newsletter, circa il doppio di quelle che non lo fanno. Questo ti aiuta anche a profilare i lead più interessati e i fan più attivi, oltre a portare ulteriore traffico al sito.

Pubblicando articoli di qualità aumenti la probabilità di ricevere link da altri siti. Ogni volta che un sito web autorevole mette un link che porta al tuo blog (backlink), migliora indirettamente l’autorità del tuo sito agli occhi di Google. Tutto ciò migliora la tua posizione all’interno delle pagine di ricerca, il che significa ancora più visite.

Per approfondire ulteriormente, ecco le statistiche di Ahrefs per i blog nel 2022.

Spero di aver chiarito un po’ di dubbi con questo articolo, se hai bisogno di una mano per creare il tuo blog, fai un fischio!

Buona sperimentazione!

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